Vai al contenuto
Home » DALLA SOLIDARIETÀ ALL’AZIONE

DALLA SOLIDARIETÀ ALL’AZIONE

È TEMPO DI COLPIRE CONCRETAMENTE L’IMPERIALISMO

Un anno e mezzo di genocidio del nostro popolo, con la complicità totale e incondizionata del mondo occidentale e dei governi arabi collaborazionisti, pone ognuno di noi di fronte a un bivio storico. Da una parte ci sono gli oppressi, i popoli in lotta, i movimenti di resistenza che con il sangue e la determinazione sfidano l’ingiusto ordine imposto dal capitale e dall’imperialismo. Dall’altra, gli aguzzini, i complici, gli indifferenti, coloro che con il loro silenzio rafforzano il dominio della guerra e dello sfruttamento. Oggi più che mai, la storia chiama a schierarsi senza ambiguità: o con la resistenza o con gli oppressori. Ogni esitazione equivale a un tradimento.

NON BASTA PIÙ LA SOLIDARIETÀ, SERVE AZIONE CONCRETA! Abbiamo gridato la nostra rabbia, abbiamo denunciato il genocidio, abbiamo marciato per le strade. La risposta che abbiamo ricevuto è stata a dir poco raccapricciante: non solo l’Italia ha continuato nella sua ordinaria complicità attiva di appoggio totale a “Israele”, ma ha anche demonizzato, represso e perseguitato chi ha chiesto giustizia per il popolo palestinese. Questo contesto ci impone un dato di fatto ormai cristallino: la solidarietà non basta più.

È infatti il momento di trasformare la nostra rabbia in lotta reale. Viviamo nel ventre della bestia, nei paesi che producono le armi che massacrano i popoli, che finanziano e proteggono il terrorismo sionista, che criminalizzano ogni dissenso in nome della stabilità del dominio imperialista. È qui che dobbiamo portare la lotta, è qui che dobbiamo colpire gli interessi dei padroni della guerra, è qui che dobbiamo costruire la nostra resistenza.

LA LOTTA DELLA RESISTENZA PALESTINESE È LA NOSTRA BUSSOLA. Ogni fucile imbracciato dai combattenti di Gaza, ogni pietra lanciata dai giovani di Jenin, ogni sciopero, ogni blocco popolare e ogni appello che arriva dalla Palestina ci indica la strada da seguire. La Palestina non è solo il simbolo della resistenza contro il sionismo: è politicamente il punto più avanzato dello scontro contro l’imperialismo occidentale, la linea del fronte da cui si irradia la lotta che dobbiamo portare anche qui. Da lì parte la scintilla che deve incendiare anche le nostre lotte.

Il sionismo, lungi dall’essere un fenomeno isolato, è l’avanguardia dell’imperialismo occidentale, una sua manifestazione concreta che in Palestina si esprime con genocidio e pulizia etnica, ma che si riverbera anche in Europa, laddove lo Stato si fa strumento di pacificazione sociale, precarizzazione del lavoro, repressione del dissenso e militarizzazione della società. La nostra lotta per la liberazione della Palestina non è quindi una lotta separata, ma parte di una battaglia più ampia contro l’intero sistema di dominio imperialista.

L’ITALIA È UN NODO STRATEGICO DELLA MACCHINA DI GUERRA IMPERIALISTA. L’Italia è infatti parte integrante della macchina di guerra euro-atlantica che sostiene le aggressioni coloniali, finanzia il sionismo genocida e rafforza il proprio sistema repressivo interno per garantire la stabilità del dominio del capitale.

In Italia ci sono basi militari che ospitano truppe NATO e arsenali nucleari, fabbriche che producono e esportano armi verso l’entità sionista, università che collaborano nella ricerca accademica con le omologhe “israeliane”, media e giornali che demonizzano la resistenza e la lotta del popolo palestinese fungendo da megafono della propaganda militare e sionista. L’adesione incondizionata dell’Italia ai diktat dell’Unione Europea e degli USA rafforza questo indirizzo generale che vuole orientare l’intero sistema economico e politico del paese al servizio del complesso militare-industriale e a scapito delle classi popolari. Con il piano “Rearm Europe”, l’UE sta ridefinendo la propria economia a misura di guerra imperialista, deviando risorse pubbliche verso il riarmo e normalizzando la militarizzazione della società.

Il DDL “Sicurezza” (ex 1660), l’aumento delle spese militari, il sostegno incondizionato al sionismo e la criminalizzazione di ogni opposizione sono parte di un’unica strategia: costruire un modello di governance che da egemonico diventa repressivo, utile a prevenire e spezzare sul nascere ogni resistenza e ogni dissenso sociale e politico. Non si tratta solo di misure emergenziali, ma di un progetto di lungo termine per blindare il potere delle classi dominanti e padronali e garantire il costante drenaggio di risorse verso la macchina di guerra imperialista.

DI FRONTE A QUESTA OFFENSIVA, NON POSSIAMO LIMITARCI ALLA DENUNCIA. SERVE UN SALTO DI QUALITÀ NELLA LOTTA! Movimenti sociali, sindacati di base, collettivi studenteschi, comitati territoriali, partiti politici, sono tutti chiamati alla lotta: dobbiamo costruire una convergenza reale tra tutte le forze, sotto la bandiera della Palestina, per colpire strategicamente gli interessi dell’imperialismo sul territorio italiano. Dobbiamo rafforzare un fronte di lotta che incida sul piano politico e materiale danneggiando concretamente gli interessi del sionismo e dell’imperialismo in Italia.

L’imperialismo non è un nemico astratto: è un sistema concreto, con strutture materiali, interessi economici, strumenti di dominio. Per abbatterlo, non bastano parole: servono azioni! È tempo di costruire un’offensiva organizzata contro i pilastri del dominio capitalista, è tempo di trasformare la rabbia in lotta! Oggi più che mai, l’antimperialismo deve essere il perno della mobilitazione generale.

I POPOLI IN RIVOLTA SCRIVONO LA STORIA, INTIFADA FINO ALLA VITTORIA!