

Il procuratore generale di Budapest ha chiesto 14 anni di carcere per Maja in cambio della sua ammissione di responsabilità. In caso contrario la pena potrebbe arrivare fino a 24 anni!
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La campagna per la sua liberazione parla del futuro di tutte e tutti gli imputati per i fatti di Budapest, presenti e futuri. Rompere le maglie della repressione e accendere i riflettori su Maja significa lottare anche per Gino, Hanna e le/gli ANTIFA tutt*.
Oggi il Tribunale francese invece ha accolto la richiesta degli avvocati di Gino di richiedere un approfondimento informativo sulle condizioni detentive e sullo svolgimento di un eventuale processo in Ungheria, in special modo per avere garanzia che la disamina dei fatti e non le sue opinioni politiche siano oggetto di giudizio.
e sulle condizioni in carcere l’Ungheria può tergiversare o omettere, sarà quasi impossibile per loro dare prova di un’imparzialità a processo, stando anche alle molteplici dichiarazioni dei portavoce di Orban riguardo a questi fatti.
L’Ungheria dovrà fornire queste informazioni supplementari entro 15 giorni e qualora non fossero inviate Gino non verrà estradato.
Nel frattempo lui continua ad essere detenuto a Fresnes.
Gino in aula ha potuto parlare brevemente con la sua famiglia e sembra stare bene.
La notizia è momentaneamente positiva ma è più importante che mai mantenere la mobilitazione!
La prossima udienza è fissata per il 12 febbraio 2025.