
Nell’ultimo periodo, a un anno dal decreto Caivano, dopo le morti di Emanuele e Santo e mentre si discute in Parlamento il ddl 1660, come student3 campan3 ci siamo interrogati sulla criminalità giovanile e sul concetto di sicurezza.
Ci siamo accorti presto che della criminalità giovanile conosciamo la narrazione dei media, spesso fortemente distorta da una lettura classista, che divide i giovani tra buoni e cattivi, a seconda della loro estrazione sociale, e che condanna senza scrupoli né riflessione.
Conosciamo poi soprattutto i metodi repressivi: dagli IPM di Airola e Nisida, all’ergastolo anche a chi ha soli vent’anni e al modello Caivano.
Ciò che non conosciamo invece sono le condizioni dei giovani rinchiusi negli IPM, i progetti educativi a loro destinati, le concrete prospettive di reintegrazione, le alternative alla detenzione minorile, la connessione con il sistema carcerario italiano e molto altro.
Ciò che conosciamo invece, che Governo e media ignorano, sono le cause: l’invisibilizzazione, scolastica sociale ed economica, che precede il momento in cui si diventa un numero nel sistema detentivo, la violenza patriarcale, subita e assorbita, il malessere psicologico.
Per soddisfare questi dubbi, indagare e conoscere, saremo in assemblea con @antigonecampania , @noddl1660 e @iskra.na , a Villa Medusa, il 9 marzo alle 15.30.
Vieni anche tu !!