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LA SOLIDARIETÀ È UN’ARMA. USIAMOLA!

Dal 12 aprile il DL 11 aprile 2025, n. 48 è in vigore.

Il disegno di legge ex-1660, poi 1236, bloccato in Senato, è stato riproposto come decreto-legge e approvato in Consiglio dei Ministri: istantanea è stata la firma del Presidente della Repubblica e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Con la ratifica del Parlamento, infine, il decreto è stato definitivamente recepito.

Dell’originario disegno sono stati ripresi tutti gli articoli, salvo quelli modificati a seguito dei rilievi del Presidente della Repubblica: ma la natura profondamente repressiva della legge non cambia.

Da quel momento i suoi effetti non hanno tardato a presentarsi in ogni piazza, presidio o corteo. In guerra non è prevista la messa in discussione né dell’azione di governo né tantomeno della guerra stessa.

In questo quadro il nuovo decreto Sicurezza è strumento di minaccia alla libertà di espressione e di manifestazione dei movimenti, delle realtà e dei militanti politici e sociali con l’obiettivo di impedire ogni forma di dissenso e di criminalizzare chi lotta, nell’estremo tentativo di soffocare una volta per tutte la voce di chi si oppone a un sistema sfruttatore, guerrafondaio e assassino. È chiaro l’intento di condannare ogni espressione del conflitto sociale, rendendo palese e inequivocabile la direzione autoritaria assunta dallo Stato italiano.

Siamo quindi di fronte all’aumento degli strumenti repressivi causato dalla necessità del governo di pacificare il fronte interno in uno Stato di guerra, una necessità che avrebbero dovuto fronteggiare anche governi di colori diversi. Un aumento degli strumenti repressivi che non sarebbe stato possibile senza i precedenti decreti sicurezza, senza le precedenti normative, al di là del colore del governo che li ha emanati. Un aumento degli strumenti repressivi in continuità con quelli precedenti. I compagni e le compagne questo lo sanno bene, colpiti da sempre da denunce, processi, inchieste, perquisizioni, arresti e via dicendo.Partendo proprio da questa riflessione siamo giunti a chiederci: “Quanti sono i processi, le misure cautelari, gli avvisi di garanzia, gli arresti, eccetera, eccetera, eccetera?” Rendendoci conto di non avere una risposta esaustiva a queste domande è emerso il problema di come reperire queste informazioni.

La repressione agisce con azione capillare e con tempi dilatati: nella contingenza in cui l’azione repressiva si palesa è grande e immediata l’attenzione, ma con il passare dei mesi e degli anni le informazioni si perdono e risulta difficoltoso seguire gli sviluppi e dare corpo alla solidarietà. Questa assenza di consapevolezza è infatti in opposizione allo sviluppo della solidarietà stessa, ne mina le radici e ne impedisce la crescita: se non c’è una visione complessiva delle azioni repressive, se non c’è uno storico dei processi, del loro avanzamento, della loro evoluzione e della loro fine si perde la dimensione di quello che abbiamo davanti.

Pertanto è nata la proposta di cercare di raccogliere queste informazioni con l’obiettivo di creare una mappatura delle azioni repressive che ci troviamo davanti, creando una casella di posta elettronica al quale si possano inviare le proprie informazioni legali, in modo tale da poterle raccogliere dando forma a un archivio collettivo sulla repressione.

Questa pratica chiaramente non è in sé un atto di solidarietà ma vuole essere uno strumento di cui dotarci per avere una visione più complessiva delle azioni repressive in Italia. Per dotarci di una consapevolezza maggiore affinché la solidarietà possa svilupparsi, possa crescere e rendersi più capillare della repressione stessa.

Pertanto invitiamo tutte le compagne, tutti i compagni e tutte le realtà a inviarci per mail informazioni riguardo a: processi in corso, misure cautelari, arresti, avvisi di garanzia, fogli di via, denunce, sentenze e i successivi aggiornamenti alla seguente

mail: mappaturarepressione@inventati.org

Oppure di riempire il form a cui puoi accedere cliccando qui.