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ANCORA REPRESSIONE: PER I 77 ANNI DELLA NAKBA, IN PIAZZA, C’ERAVAMO TUTTI E TUTTE!

Condividiamo il comunicato scritto da alcuni organismi di lotta torinesi, esprimendo tutta la nostra solidarietà, salutando Sara e abbracciandoci a lei (in questo momento è in corso un corteo contro la repressione a Torino)

“Sara è libera, gli schiavi siete voi.

Sara è stata chiusa in casa perché di fronte al massacro di decine di migliaia di persone si è messa in prima fila senza delegare ad una politica corrotta e complice la difesa del senso di umanità, perché non ha accettato compromessi e da almeno 600 giorni continua insieme a noi a praticare la lotta in solidarietà alla resistenza del popolo palestinese, usando tutto il potere di cui disponiamo: quello dell’azione collettiva. Sara non è da sola, rispediamo al mittente il tentativo di isolarla con punizioni che vorrebbero essere esemplari, non ci spaventano perché sappiamo che quando lottiamo insieme possiamo bloccare tutto e non arrenderci al senso di impotenza.

Questa mattina la DIGOS ha notificato l’aggravamento delle misure cautelari a Sara che adesso si trova ai domiciliari. Sara era sottoposta a misure preventive per la sua partecipazione al corteo di gennaio contro l’uccisione di Ramy Elgaml da parte dei carabinieri e adesso l’aggravamento è stato giustificato dalla sua partecipazione a due iniziative per la Palestina: la cacciata dei sionisti che il 15 maggio si sono presentati in università per fare propaganda pro-genocidio e il blocco della tangenziale per Caselle durante il corteo per la Nakba del 17 maggio.

C’eravamo tuttə a bloccare la tangenziale, c’eravamo tuttə a occupare le università, c’eravamo tuttə a cacciare i sionisti. “