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Riconvertiamo la fiera di guerra SeaFuture!

Riconvertiamo la fiera di guerra SeaFuture, nella Repubblica italiana significa ripudiare la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Sta scritto nella Costituzione. Che piaccia o non piaccia, questa è la legge fondamentale del paese in cui viviamo.

27 settembre 2025. Le vie della città spezzina sono immerse dal vento di protesta per ciò che accade, a cominciare dal genocidio palestinese. Ma questa manifestazione, proprio nella città del golfo che fu dei poeti e che ora è il simbolo di un potere militare, ha un significato ancora più profondo. In questi giorni si tiene, all’interno dell’Arsenale della Marina militare, l’immenso spazio abbandonato ed inquinato, la fiera di armi e di guerra: SeaFuture.

Il legame con le dinamiche profittatorie, con il genocidio palestinese, con il massacro di tanti civili inermi nel mondo, ad opera degli strumenti di morte, è fin troppo semplice da spiegare. Non regge nemmeno l’onda d’urto della propaganda secondo la quale una fiera di morte significhi lavoro, futuro e innovazione. Così come quando, con il cadavere di Regeni ancora caldo e Zaki in galera, si vendevano fregate all’Egitto. Così come, mentre la marina israeliana bombarda Gaza City con i cannoni 76/62 prodotti alla Spezia.

SeaFuture rappresenta anche un’esproprio per privata utilità. Luoghi che un tempo erano officine e uffici per più di 10.000 lavorator* oggi rappresenta 900.000 metri quadrati di abbandono e di inquinamento, ora sono terra di conquista di privati che sfoggiano le loro mercanzie di morte.

27 settembre 2025. Non è stata solo una manifestazione contro SeaFuture, ma un segnale di profonda protesta per un modello che ci conduce alla fine, che negherà il futuro ai nostri figli. Lo nega spendendo enormi quantità di soldi pubblici in armi e in strutture militari e tagliando spese sociali per casa, scuola, sanità e servizi essenziali. Lo realizza sterminando popoli interi. Lo distrugge prospettando un conflitto permanente che ci condurrà alla catastrofe.

Stop al Genocidio di Gaza, alle guerre sparse nel nostro continente e nel mondo intero non è solo la richiesta di fermare dei massacri. Si lega alla responsabilità dei nostri territori, dei nostri amministratori e dei nostri governanti. A Firenze si autorizza la realizzazione del comando NATO. A Pisa si da il benestare alla costruzione di una base del GIS cementificando un parco a Coltano,. Alla Spezia si tomba una città con una base tinta di blu. Riconvertiamo SeaFuture, demilitarizziamo il mondo.

Il fiume di speranza che è scorso il 27 settembre alla Spezia sono queste voci. Perché un essere umano solo che grida il suo no, è un pazzo. Milioni di esseri umani che gridano lo stesso no, avrebbero la possibilità di cambiare veramente il mondo. Via Chiodo è divenuta Via Palestina libera. L’ammiragliato è stato murato vivo e quel fiume è sfociato in piazza Chiodo. Sotto la statua di quell’ufficiale del genio militare, il cui progetto distrusse il golfo dei poeti e realizzò l’avamposto della sua militarizzazione. La notte del 27 settembre, una piazza svuotata dal sindaco per consentire il parcheggio agli ospiti della fiera di guerra, è divenuta la dimora di chi ha manifestato liberamente che un altro mondo è necessario.

27 settembre 2025. Una manifestazione pacifica e determinata, in una città in cui dire Demilitarizziamo il mondo in un luogo pubblico porta ad una condanna. In cui esprimere il desiderio che l’alleanza atlantica liberi il golfo porta ad una segnalazione. Una città che produce guerra e nella quale occorre chiedere a gran voce che si inizi una riconversione, perché il nostro stile di vita non può sostenersi sulla morte di altri popoli. Dismettiamo i bilancini per cercare di esprimere gli effetti delle guerre ma ignorando le cause. Questo fiume è la dimostrazione che occorre cambiare rotta ma soprattutto, per chi non c’era, l’auspico che quella rotta nuova va intrapresa.

Nella Costituzione sta anche scritto che tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

Mentre parlavo di politica nazionale e internazionale, a Spezia succede questo: un gruppo di ipocriti protesta contro Seafuture, arrivando perfino a bloccare una strada della nostra città.
Un evento unico, che porta innovazione, lavoro, scuole e futuro, viene usato come pretesto per farsi pubblicità con manifestazioni inutili. Così non difendono la libertà: la calpestano, impedendo agli altri cittadini di viverla. Siamo davvero alla deriva totale.

Lorenzo Brogi, assessore politiche sociali, abitative, servizi educativi e istruzione, tutela degli animali
(27 settembre 2025)

L’unico vocabolo riutilizzabile dall’assessore che si dovrebbe occupare dei solai delle scuole che crollano, o all’emergenza abitativa alla Spezia, è “ipocrita”. Invece di parlare di politica nazionale e internazionale dovrebbe amministrare, ma come tutta la giunta Peracchini, sembrerebbe che pensi alla sua carriera. Si occupasse di aprire un confronto con la Marina militare per bonificare le nocività dalle aree militari e chiederne la riconversione, vista lo stato d’abbandono. Avesse discusso un progetto dannoso e tombale come basi blu.  Invoca libertà ma quella di ieri è stata una manifestazione libera, un’espressione di pratica concreta della nostra Costituzione. Art.11, assessore, questo sconosciuto.

Nell’ipocrisia si persevera a definire una fiera che si prefigge di vendere armi a paesi in guerra o che disintegrano ogni forma di diritto internazionale o di concetto di umanità. Oppure si usa il mai tramontato ricatto occupazionale, in un luogo come l’Arsenale dove l’occupazione non esiste più. Sempre nell’ipocrisia si persevera ad usare pretestuosamente le scuole come veicolo di propaganda militarista. C’è una città che no. si piega alla propaganda di chi vorrebbe ritenerci sudditi e non cittadini, colonia e non popolo sovrano della repubblica. Non si digerisce che ieri La Spezia abbia rialzato la testa, non si sia voltata dall’altra parte nei confronti del genocidio palestinese e delle nostre responsabilità come terzo paese esportatore di armi al governo israeliano?

C’è una città, ed un paese, che non si piega al becerume di chi si volta dall’altra parte. Come dimostrato dalla partecipazione alla manifestazione e dai tanti gesti di solidarietà ai manifestanti ieri sera. Questa è libertà. Dobbiamo ritenere che con questo post, offensivo nei confronti chi ha protestato anche per la presenza di paesi che un tempo si definivano “canaglia”, l’assessore e la giunta spezzina sia complici dei crimini umanitari che si commettono in nome dell’innovazione presunta che si vende a SeaFuture?

Certo, ci si rende conto che tutto questo è difficile da comprendere per chi passa il tempo a fare video di propaganda sui social, dimenticandosi che la sua giunta ha chiuso quella piazza per consentire il parcheggio agli avventori della fiera bellica. Tra l’altro una prassi che si protrae da sempre quando arriva SeaFuture, nonostante all’interno dell’Arsenale della Marina militare spazi ce n’è a dismisura. Ma diciamocelo, il tema dei parcheggi, in confronto alle nostre responsabilità nelle tragedie che, in questo momento, si consumano, al silenzio e all’ipocrisia di, occupando ruoli istituzionali, antepone il proprio giudizio, e la ricerca di consenso, su una protesta ed una libera manifestazione rispetto a genocidi in corso, è davvero svilente.

https://youtube.com/watch?v=K74Kd9opNyI%3Fsi%3D3zD2u1zOFG4lOR7S

Foto di copertina di @ChiaraPicariello