Apprendiamo con sconcerto di un “evento” che, se non facesse ridere, farebbe piangere: giorni fa il comandante della NAS di Sigonella si è recato in visita ufficiale a Niscemi, accolto dal sindaco “in un clima di sincera cordialità”.
Il comandante di Sigonella, diretto rappresentante dell’imperialismo americano il cui unico interesse è continuare a usarci come portaerei nel Mediterraneo, non solo si è premurato di assicurare che il MUOS non fa male alla popolazione e che non rappresenta un rischio per la sicurezza della comunità in caso di guerra aperta: ha avuto anche la faccia tosta di auspicare “nuove forme di collaborazione in ambito culturale ed educativo, con la promozione di scambi e attività congiunte tra la comunità americana di Sigonella e la città di Niscemi, con la finalità di consolidare ulteriormente il rapporto di amicizia e di reciproco rispetto”.
Malgrado le generiche e già sentite “rassicurazioni” sulla inoffensività del loro MUOStro su tutti noi, gli yankee ci sorprendono ancora con la loro faccia tosta: si sono fatti confezionare su misura valutazioni sull’impatto elettromagnetico delle parabole, hanno colpevolmente ignorato il parere contrario di autorevoli personalità scientifiche come i professori D’Amore, Coraddu e Zucchetti, hanno sempre negato la possibilità di effettuare le rilevazioni strumentali necessarie a un reale monitoraggio delle emissioni elettromagnetiche.
Per non parlare del fatto che i richiami del comandante di Sigonella al generico “rispetto delle normative italiane ed europee” si scontrano contro il semplice fatto che la base americana è costruita sulla riserva naturale di Niscemi, che ospita una sughereta centenaria e dove vigono vincoli ambientali che non permetterebbero ai comuni mortali neanche di piantare un chiodo in un muro.
Come dicevamo, se non ci fosse da ridere ci sarebbe anche da piangere, visto che il comandante di Sigonella è venuto a Niscemi non solo a raccontarci le solite frottole, ma anche a “sviluppare nuove forme di collaborazione in ambito culturale ed educativo”: detto altrimenti, dopo averci rubato la sughereta, averci distrutto la salute e prosciugato il territorio, vogliono pure infiltrarsi nelle nostre scuole e nella società civile, per provare a convincerci che non sono oppressori, ma amici.
Questa visita arriva dopo circa un mese dalla richiesta di un consiglio comunale aperto avanzata dal Comitato NoMUOS di Niscemi, pochi giorni dopo l’attacco statuntiense all’Iran, per affrontare apertamente le preoccupazioni che una comunità si trova a provare quando si ritrova accanto una infrastruttura militare centrale per la macchina bellica americana. La richiesta non è stata accolta, mentre il consiglio comunale cittadino ha preferito stendere in tappeto rosso agli occupanti americani, annuendo a garanzie sulla sicurezza e la salute fumose.
Perché il militare statunitense ha una tale faccia tosta, di dichiararsi amico della città di Niscemi dopo averle tolto tutto?
Perché sente che la sua guerra non la vogliamo, che quando la guerra porterà le bombe anche qui da noi, loro si troveranno già in territorio ostile.
Perché, per prepararsi alla guerra aperta, loro hanno un disperato bisogno di una popolazione rabbonita: già da anni, i militari di Sigonella si premurano di visitare periodicamente le scuole della Sicilia orientale, per mostrare quanto siano buoni e gentili, quanto siano amici dei siciliani, quanto in fondo la loro sporca guerra sia anche la nostra.
Oggi vediamo chiaramente il loro tentativo di replicare questo meccanismo aberrante perfino a Niscemi, nel luogo in cui la loro natura di invasori e di rapinatori della terra è più chiara che in qualunque altro luogo. A riprova del fatto che la dichiarata “amicizia” dei militari americani sia fittizia, vediamo come mentre la sughereta occupata dalla base NRTF e del MUOS bruciava pochi giorni fa, nessun militare americano si è visto collaborare negli sforzi di domare le fiamme che hanno incenerito la nostra amata Sughereta.
Ai militari statunitensi e ai sodali del governo USA diciamo che le persone niscemesi, e siciliane in generale, non sono né smemorate né fesse: non accoglieremo mai come amico chi ci ha invaso, espropriato la terra, appestato l’aria e trascinato in una guerra che non è e non sarà mai nostra, in una guerra che sta supportando un genocidio in Palestina e che serve soltanto per garantire gli sporchi profitti delle classi dominanti a spese nostre. Nell’ignorare la ragionevole e legittima richiesta di un confronto aperto con la cittadinanza sulla situazione attuale, preferendo incontrare in pompa magna il militari di Sigonella, ci sembra tristemente chiaro che l’attuale amministrazione di Niscemi ha scelto un percorso di connivenza con gli americani e le loro dinamiche di guerra, mettendo in pericolo la popolazione di tutta la Sicilia.
Agli yankee diciamo anche che, se avranno la faccia tosta di rimettere piede in paese, o addirittura di toccare le nostre scuole e i nostri bambini e ragazzi, non ci sarà occasione in cui non ci troveranno di fronte a loro, a ricordargli che non sono i benvenuti, che sono e restano nostri nemici.
Anche per questo, rilanciamo l‘appuntamento del due agosto in Contrada Ulmo, dalle 16.00, corteo verso la base del MUOS