Partecipanti:
Federico Roberti e Emanuele Montagna (Coordinamento Paradiso), Emanuele Lepore (ANVUI), Gabriele Abrotini (Resistenza Popolare), Elisabetta Weglik (Tavolo uniti contro la guerra Napoli), Marianna Panico (Generazioni Future) Chiara Masini e Claudio Rizzo (P.CARC), Patrick Boylan (No War Roma), Mila (Collettivo Millepiani Arezzo), Gian Zanoli (Ass. Base Democratica), Gabriele Giovanoli (Carpi Consapevole), Valentina Dell’Aversana (Gallery Art), Luca Raitieri, Sandra Carpilapi, Fabio Gambone (No Comando Nato né a Firenze né altrove), Piero Vannuccini
Emanuele Lepore apre la riunione specificando che è stata convocata su base monotematica per discutere della mobilitazione in vista del 76° anniversario della fondazione della Nato il 4 aprile, data importante nel contesto attuale visto l’aggravamento della guerra mondiale in corso e l’uso di queste ricorrenze da parte dei promotori della guerra attraverso una dispiegata propaganda bellicista in sostegno alla Nato. Entra nel merito della proposta elaborata dalla segreteria per le giornate del 4, 5 e 6 aprile, ossia quella di organizzare iniziative che hanno come parola d’ordine No nato, No propaganda di guerra e No politiche di guerra (dall’economia di guerra alle politiche repressive) che mettano nel mirino le installazioni e basi militari, le università con accordi con la Nato e Israele, le ambasciate Usa, ucraine e d’Israele o ancora le aziende produttrici di armi o coinvolte nel sistema Usa e Nato. Specifica che si tratta di un appello a carattere nazionale ma che c’è piena libertà per ogni territorio di declinare le parole d’ordine e le iniziative secondo le proprie specificità e battaglie territoriali. Entra poi nel merito della proposta di stesura di un appello rivolto ai sindacati di base e alla sinistra CGIL (cita quanto accaduto a Firenze dove la Camera del Lavoro ha votato una mozione contro l’installazione del Comando Nato a Firenze) in quanto la battaglia contro la Nato riguarda tutto il tessuto produttivo (lo smantellamento dell’apparato produttivo è funzionale a investimenti nell’industria bellica e ad altri settori più remunerativi) e che uno sciopero nazionale, o locale, garantirebbe la possibilità ai lavoratori di partecipare e rappresenterebbe un segnale importante. Parla del criterio di far valere l’unità in modo più allargato possibile, quindi puntare ad unire le varie realtà territoriali e singoli chi vogliono lottare su queste parole d’ordine organizzando assemblee di lancio delle mobilitazioni locali e iniziative di lotta orizzontali senza veti incrociati (dal presidio, mobilitazione di piazza, volantinaggi ecc). Il coordinamento produrrà un volantino nazionale che ogni realtà potrà calare nel contesto specifico.
Sottolinea che l’iniziativa è anche un modo per rilanciare nella pratica l’attività del coordinamento a livello nazionale e entra nel merito del lavoro fatto: in questi mesi il coordinamento si è riunito per raccogliere proposte e dotarsi di una struttura (pagina sul sito del No Comando Nato di Firenze, apertura del canale telegram e progettazione delle iniziative di presentazione del coordinamento); specifica che il lavoro da fare è molto e fa appello a rendersi disponibili per svilupparlo. Infine fa un passaggio sul contesto politico internazionale parlando dell’elezione di Trump e della tregua a Gaza, due eventi che dimostrano come la propaganda di guerra si scontra con la realtà e della miriade di contraddizioni di cui approfittare per sviluppare la lotta contro la Nato nel nostro paese (Comunità Internazionale debole, debolezza di cui dobbiamo approfittare).
Interviene Mila del Collettivo Millepiani di Arezzo che parla di un intervento su un consigliere comunale di Arezzo ex M5S tramite cui si sono assicurati la sala pubblica del comune per l’iniziativa di presentazione del CNNN il 4 aprile. Illustra poi il contesto di Arezzo e provincia: assenti i conflitti sociali, qualche gruppo si impegna ma solo esclusivamente su questioni locali, lamenta la rassegnazione diffusa tra la gente che si manifesta nel cercare ognuno un modo di sopravvivere mentre manca la coscienza di classe sfruttata. Con l’iniziativa del 4 aprile puntano a far riflettere sui nessi tra problemi concreti e la Nato in quanto la Nato è al governo del paese e ha nell’economia di guerra il suo asse portante. Parla di due episodi di censura: un compagno perquisito per aver diffuso volantini pro Palestina e il divieto di proiezione del film che tratta delle cause della guerra in ucraina. Chiede al coordinamento di partecipare all’iniziativa del 4 aprile che stanno costruendo con P.CARC, Prospettiva unitaria, comitato pro Palestina e Comitato Casentino Antifascista.
Patrick Boylan interviene brevemente e parla dell’iniziativa del 23 febbraio contro le basi militari e chiede al CNNN se intende aderire.
Interviene Gian Zanolli che parla della proposta di legge che hanno elaborato per la modifica della Costituzione in modo da consentire ai cittadini di avere controllo su questioni nazionali e internazionali.
Interviene Chiara Masini che propone di stendere un comunicato di solidarietà sugli episodi di censura ad Arezzo e di rilanciare l’appello di Patrick Boylan; infine rilancia su 4 aprile e iniziative da fare a Roma che possono prendere di mira il COVI + intervento università e dell’iniziativa di presentazione del coordinamento il 7 marzo a Roma in cui saranno propagandate le iniziative del 4 aprile.
Prende parola Luca Raitieri del No Comando Nato di Firenze che esprime soddisfazione per la collaborazione a livello nazionale, dal momento che il problema è nazionale e non locale. Parla poi delle tante lotte da fare che spesso si accavallano per cui si augura anche un coordinamento di forze locali altrimenti si va incontro alla dispersione (fa riferimento al fatto che sul tema guerra e Nato su Firenze ci sono ancora iniziative parallele e non congiunte). L’obiettivo deve essere quello di riconquistare la sovranità popolare attraverso la partecipazione democratica.
Valentina di GalleriArt parla del tavolo uniti contro la guerra di Napoli in cui hanno fatto confluire l’istanza No Nato. Il 16 marzo faranno a Napoli l’iniziativa di presentazione del CNNN e il 4 aprile organizzeranno iniziative di piazza, chiede partecipazione del CNNN all’iniziativa di presentazione del 15 marzo.
Gabriele di Carpi Consapevole interviene dicendo che il 4 aprile deve essere concepito come punto di partenza ma non è d’accordo nel fare appello ai sindacati di base in quanto essendo noi troppo piccoli staremo al loro carro mentre dobbiamo lavorare per far sì che siano loro a seguire ciò che il coordinamento propone. Prosegue il ragionamento dicendo che un’azione come quella del 23 febbraio (iniziative congiunte di fronte alle basi militari) sarà possibile solo quando saremo più forti e uniti e che la lotta sui singoli territori conta di meno dal momento che è difficile arrivare agli altri e che quindi occorre pensare a livello nazionale. Cita poi un episodio di censura a Carpi simile a quello di Arezzo (divieto di proiezione di un film). Il 4 aprile non organizzeranno iniziative in loco ma confluiranno su Modena.
Fabio Gambone prende spunto dall’intervento precedente, parla delle difficoltà a organizzarsi e unirsi a livello locale e di come a Firenze stiano mettendo mano alle divisioni; a questo proposito cita il contenuto dell’iniziativa con i consiglieri comunali di Pisa e Firenze e sul ruolo che queste figure possono avere nella lotta contro USA e NATO (centri nevralgici di militarizzazione). Per la mobilitazione del 4 aprile hanno diverse cose in ballo, ancora da definire. Riprende il discorso sui sindacati portando l’episodio della camera del lavoro fiorentina in cui è stata approvata una mozione di contrarietà all’installazione Nato (esemplificativo anche delle crescenti contraddizioni nell’area PD) che rappresenta un appiglio per tirarli dentro la lotta. Per questo trova interessante la proposta dell’appello a convocare lo sciopero per portare i sindacati a muoversi sul loro terreno e permettere la partecipazione dei lavoratori (es. Calp di Genova USB, Ferrovieri contro la guerra della Cub ecc).
Elisabetta Weglik del tavolo uniti contro la guerra parla della necessità di unire varie organizzazioni, elemento alla base del tavolo che raccoglie diverse comunità (associazioni russe e bielorusse, dello Sri Lanka, di Cuba, Messico e Venezuela) e realtà politiche. Rinnova l’invito al CNNN a partecipare all’iniziativa di presentazione del coordinamento del 15 marzo e per il 4 aprile organizzeranno iniziative, fa appello a sostenere e propagandare la giornata del 4 aprile in tutto il paese.
Interviene Claudio Rizzo che fa un sintetico bilancio dell’iniziativa di gennaio a Palermo contro la guerra a cui il coordinamento ha mandato un saluto. Si concentra sull’importanza della partecipazione degli studenti e delle diverse realtà politiche tra cui l’Assemblea no guerra e parla della rassegnazione diffusa, emersa anche nella parte iniziale dell’iniziativa, ma il primo passo da fare è quello di coordinarsi e unirsi, in questo senso il saluto del CNNN ha dato un contributo positivo. Dall’iniziativa ne sono usciti con il rafforzamento della politica da fronte tra i vari organismi e varie proposte, tra cui proiezione di film nelle scuole ma anche banchetti informativi nei quartieri popolari.
Federico Roberti riporta il quadro delle attività su Bologna: il 18 gennaio hanno fatto un presidio nel centro storico della città in cui hanno legato il no alla guerra alla censura di guerra (Villa Paradiso) e in cui c’è stato il contributo delle realtà politiche. Anche nelle prossime iniziative in programma (1 marzo e 22 marzo) legheranno le diverse tematiche territoriali alla lotta contro la guerra. Propone poi di fare raccolta firme dell’ex petizione contro l’invio armi in un Ucraina lanciata da Peacelink come strumento per tenere vivo il dibattito sull’invio delle armi.
Emanuele Lepore riprende il ragionamento di Luca Raitieri rispetto al fare massa critica, un termine svuotato di senso politico e inteso da molti opportunisti per usare le persone come massa di manovra. Occorre riappropriarci del concetto in termini di attivismo e organizzazione, va in questo senso la proposta del 4, 5 e 6 aprile che non parte dall’alto ma dal basso, da iniziative territoriali per allargare e coinvolgere i gruppi che si attivano contro la guerra, bisogna quindi concepire la “massa critica” come soggetti attivi, che si organizzano nei territori e si coordinano con altri. In questo processo possono emergere contraddizioni e divergenze con molti organismi e anche all’interno del CNNN, ma il nostro punto di forza è che partiamo da alcune parole d’ordine che sono la sintesi di un ragionamento politico attorno cui alimentare organizzazione e con cui si misurano coloro che vogliono essere coerenti con la contrarietà alla guerra e alla NATO che professano. Chiarisce gli obiettivi e le ragioni dell’appello ai sindacati: dal momento che la questione della guerra imprime una direzione chiara e di disinvestimento alle politiche sociali, inevitabilmente il mondo del lavoro è coinvolto. L’appello ha un senso politico, quello di mettere di fronte le organizzazioni sindacali che si dicono contro alla guerra alla necessità di dover essere coerenti usando i propri strumenti, come lo sciopero. Inoltre dobbiamo rivolgerci a tutti i lavoratori presenti in questi organismi che sono contrari e già lottano contro la guerra e non rispondo integralmente alle logiche sindacali, quindi possono essere un pungolo ai sindacati. Ci sono molti motivi per scioperare e si può collegare a motivi più contingenti (es. sicurezza sul lavoro). Si dice poi d’accordo sulla raccolta firme di peacelink da usare anche come strumento per raccogliere nuovi contatti. Per le iniziative già in programma fa appello a mandare mail con richiesta di partecipazione del CNNN (si valuterà la forma di intervento).
Parla poi brevemente delle giornate del 24, 25, 26 giugno in cui si terrà il vertice AIA con i paesi NATO come prospettiva di mobilitazione successiva al 4 aprile. Rispetto alla proposta di Patrick Boylan afferma che sarà difficile organizzare iniziative in tempi così stretti ma possiamo rilanciare l’appello perché dare risalto a queste iniziative è importante, perché fanno vedere che la lotta contro la Nato è ampia.
Interviene Federico Roberti che riporta lo stato dell’arte del progetto mappatura che è nei fatti fermo per la mancanza di “mano d’opera”, nessuno ha risposto all’appello per partecipare.
Verrà girato a tutti i presenti la lettera elaborata da Federico e viene fatto appello ad ognuno di farsi promotore nelle proprie organizzazioni dell’appello a partecipare al lavoro di mappatura delle basi USA-NATO su suolo nazionale. L’aspetto principale è concepire questo lavoro come utile anche a livello locale per aggregare e fare una operazione verità sui numeri dell’occupazione USA-NATO del nostro paese.
Decisioni prese:
– entro una settimana verrà elaborato l’appello per il 4 aprile che avrà come centro la questione dell’economia di guerra (per legare il tema ai vari settori di mobilitazione e puntare a coinvolgerli) e a seguire l’appello ai sindacati;
– si aderisce all’iniziativa contro le basi militari del 23 febbraio, chi riesce farà iniziative, volantinaggi, ecc;
– alla mail del coordinamento devono essere segnalate tutte le iniziative per creare una lista aggiornata delle iniziative di presentazione del coordinamento, per il 4 aprile e altre attività;
– rispetto alle riunioni, dato che qualcuno ha difficoltà a partecipare la domenica, verrà fatto un ragionamento in segreteria in cui verranno tenute in considerazione le varie esigenze per essere più flessibili sulle convocazioni.