Apprendiamo che dopo la manifestazione di sabato 21 settembre è arrivata la risposta alla nuova richiesta di accesso agli atti prodotta dal consigliere Palagi in data 12 agosto 2024.

La risposta sancisce che non ci sono atti depositati in merito, ma fa un passaggio in più. Chiarisce quale siano le fonti della precedente risposta di Bettini in cui la cittadinanza veniva informata che non vi sarebbero stati sistemi d’arma a difesa del Comando NATO.
Il Comune oggi fa sapere che tali fonti risiedono in una interlocuzione DIRETTA con il Comando, che quindi si immagina sia verbale, se neanche delle mail possono essere fornite al Consiglio comunale.
La notizia ha dell’incredibile ma è inquietante.
Non ci sono atti depositati ma evidentemente il Comando risulta già essere una realtà territoriale con la quale il Comune interloquisce.
Non solo.
Né il Ministero né il Comando producono atti formali e pubblici ma lo fa il Comune sulla base di colloqui informali facendone da megafono e assumendosi tutte le responsabilità politiche di passare informazioni sulla base di un passaparola.
A maggior ragione è giunto il momento della chiarezza che per quanto ci riguarda è subordinata a queste domande cui l’amministrazione ha il dovere di rispondere, non a noi ma alla città di Firenze, in quanto il Sindaco è responsabile della salute pubblica dei cittadini:
1. Il Comando è già insediato nella Caserma Predieri di Rovezzano?
2. Chi interloquisce a nome del Comune di Firenze con il Comando NATO e chi del Comando con il Comune?
3. È accettabile produrre documentazione formale da parte del Comune basandosi solo su interlocuzioni di fatto informali?
4. Come e in che tempi il Comune vuole entrare in possesso di atti formali e renderli pubblici?
Ad una situazione internazionale molto tesa che vede la NATO attore principale di questa tensione, passaggi così ambigui da parte dell’amministrazione comunale non fanno che aumentare la tensione anche a livello locale.
Comitato NO Comando NATO né a Firenze né altrove