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Comprendere i conflitti educare alla pace

Domenica 13 aprile presso casa Caciolle si è svolto un incontro per presentare gli atti del convegno dell’” Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università” che si è svolto a Roma il 10/5/2024 dal titolo “Comprendere i conflitti, educare alla pace”. L’incontro è stato organizzato dal gruppo di lavoro “Scuole non Caserme”, del Comitato “No Comando Nato, né a Firenze né altrove”, in collaborazione e coordinato con altre realtà dell’Osservatorio, infatti anche a Pisa e La Spezia sono stati presentati gli atti. L’obiettivo era sia quello di sensibilizzare insegnanti e cittadini alla sempre maggiore presenza delle divise nelle scuole di ogni ordine e grado, sia di far conoscere l’esistenza di queste due realtà, Scuole non Caserme e Osservatorio, che a questa invasione si oppongono. Gli interventi dei relatori sono stati interessantissimi. Ha aperto l’incontro Alessandro Orsetti, che parlando a nome del gruppo organizzativo, ha presentato la realtà “Scuole Non Caserme”, l’Osservatorio e gli atti, spiegando il motivo per il quale sono nate queste realtà e le varie iniziative portate avanti a Firenze. Subito dopo ha parlato Serena Tusini, sindacalista, autrice di una delle relazioni fatte al convegno e raccolta negli atti, che ha presentato la situazione generale nelle scuole colpite dalla normalizzazione della presenza delle divise, presenza ormai sempre più diffusa e accettata negli istituti di ogni ordine e grado, parlando degli scenari internazionali e delle nuove guerre, nelle quali siamo passati da un dimensione verticale (specialisti impegnati in missioni lampo dove la differenza tecnologica pesava subito sulle sorti del conflitto) ad una dimensione orizzontale (eserciti impegnati in lunghi conflitti, con attacchi anche ai civili, massiccio impiego di risorse e molti morti): queste guerre richiedono una condivisione ideologica e culturale delle nazioni in lotta e e per questo occorre loro essere vicini ai giovani, ai cittadini per poterli influenzare. Charlie Barnao, sociologo, un altro degli autori di un intervento presente negli atti, partendo dalla sua esperienza di militare di leva all’interno della Folgore, ci ha parlato dell’ideologia militare e di quanto questa si sta diffondendo in tutte le realtà sociali ( carceri, scuole, piazze- ddl 1660- giustizia, frontiere e immigrazione…): in tutte si stanno radicando aspetti culturali che seguono principi propri del militarismo (autoritarismo, gerarchie, lotta, esclusione, punizione di chi non ci sta…). Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink, ha parlato della didattica della pace, dei progetti nelle scuole per formare alla convivenza, al dialogo, all’inclusività, facendo esempi di situazioni concrete Ha chiuso la serata Stefano Fusi, presidente Cesp Firenze, che ha parlato di come la riorganizzazione strutturale della scuola in questi ultimi anni stia orientando verso la aziendalizzazione, la gerarchizzazione, la massificazione, opponendosi alla libertà di insegnamento e colpendo il dissenso. Fusi ha anche sottolineato la diffusione dell’ideologia del suprematismo, presente in modo pesantissimo e paradossale nelle “Nuove indicazioni “ di Valditara. Interventi interessanti, estremamente utili per i presenti e per chi ha organizzato l’iniziativa per poter programmare future iniziative: siamo costruendo una rete di insegnanti coinvolti e coinvolgibili, che insieme ad un tessuto sociale sensibile possa reagire alla militarizzazione delle scuole e università.

Il gruppo di lavoro “Scuole non caserme” di Firenze e “ l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e dell’Università”