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“Qualcuno” vorrebbe che sull’insediamento del Comando NATO cadesse il silenzio

Nella mattinata di martedì 13 maggio un esponente del Comitato NO Comando NATO ha realizzato un’intervista nei pressi della Caserma Predieri.
L’intervista era stata fissata dopo che il Comitato aveva divulgato la notizia dell’avanzamento della procedura che a breve porterà all’inizio dei lavori per l’insediamento del Comando NATO nella caserma di Rovezzano.
L’esponente del Comitato e il giornalista di Controradio, durante l’intervista, sono stati avvicinati dai militari che hanno detto loro di allontanarsi.
Subito dopo è arrivata una volante dei Carabinieri. A quel punto sono stati identificati e al giornalista è stato chiesto di mostrare anche il patentino intimandogli di non fare alcuna ripresa verso la caserma.
Per quanto si trovassero in strada, nella piazzetta oltre la strada che entra in Sant’Andrea a Rovezzano, gli veniva fatto presente che si trovavano “su demanio militare”.

Riteniamo che questo atteggiamento sia intimidatorio e che il segnale sia chiaro: “ciò che accade all’interno della Caserma Predieri non è affare vostro!”
C’è di più. Quando diciamo che ciò che accade dentro la Predieri avrà delle ricadute sul territorio circostante questo è certificato da quanto accaduto.
Evidentemente il perimetro della Caserma si estende ben oltre le mura di cinta che la perimetrano. Se questo è vero oggi, rispetto a chi con un’intervista esercita la libertà di espressione o la propria professione, cosa accadrà quando il Comando sarà operativo in un contesto di guerra?
Fino a dove si estende la fascia di sicurezza intorno alla Caserma?
Fino a dove si allarga il terreno “proprietà del demanio militare”?
Quello che sicuramente auspichiamo è che, simili atteggiamenti e intimidazioni, trovino una risposta pratica e incisiva. 

Simili episodi devono avere l’effetto di alzare ancor di più l’attenzione verso questo progetto e quindi la mobilitazione contro il Comando NATO che avvicina Firenze al fronte di guerra e espone la nostra città a rischi incalcolabili.