
L’assessore Bettarini, rispondendo in Consiglio comunale alle domande poste da Palagi, ha detto di non sapere da dove provenissero i militari che presidiano in armi piazza Signoria. Per l’ennesima volta quindi è il Comitato a dover portare chiarezza in merito.
Chi vive in zona Firenze Sud avrà notato un continuo via vai di militari dalla Caserma Predieri al campeggio poco distante.
Sono i militari dell’operazione “Strade Sicure”. Quelli sono i militari che, tra le altre, pattugliano piazza Signoria.
Abbiamo recuperato il verbale – scaricabile e consultabile alla fine di questo articolo – che spiega i motivi per cui i militari sono di stanza presso una struttura privata, ma di interesse pubblico, come un campeggio.
In questo momento gli 86 militari non possono alloggiare presso la Caserma Predieri perché all’interno di quest’ultima sono in corso lavori di ristrutturazione.
Al contempo però la caserma offre colazione e pasti ai militari e soprattutto questa è il deposito per armi e munizioni.
Ricapitolando: stipendio da militari di professione, pensione anticipata a 60 anni per lavori usuranti, vitto e infine alloggio con vista piscina.
Nel testo del verbale si legge che la vicinanza della struttura consente ai militari di preservarsi dallo stress del traffico cittadino e da eventuali incidenti.
Non proprio lo stesso trattamento e le stesse premure che vengono riservate a tutti i lavoratori e le lavoratrici di questa città.
Infine, la prossimità della struttura di alloggio con la caserma sarebbe necessaria per consentire interventi che richiedono rapidità e tempestività.
Quella dei militari che pattugliano strade e piazze fiorentine però continua a sembrarci soprattutto un’operazione politica: abituare alla presenza dei militari in città legandoli alla propaganda sulla sicurezza.
Se veramente l’interesse politico fosse rivolto alla sicurezza e alla vivibilità cittadina semmai avremmo bisogno di vedere presidi di mezzi di soccorso, distretti sanitari in ogni quartiere consultori, luoghi di ristoro e socialità a prezzi popolari e accessibili.
Sicuramente però questa è la visione di chi immagina la città come uno spazio pubblico a misura di chi avrebbe la necessità di viverla.
Invece Firenze è ormai uno spazio da mettere a rendita e profitto e quindi da militarizzare in nome di una guerra che non è la nostra, di interessi che non sono i nostri, ma che ci vengono raccontati come “infungibili” a salvaguardia della sicurezza di tutti e tutte.
Questo verbale dimostra una volta di più quanto il confine tra militare e civile sia sempre più sfumato a tutto vantaggio del militare che continua a mangiarsi spazi che fino a pochi anni fa gli erano preclusi come le strade cittadine o le scuole, oltre a porti, aeroporti e addirittura strutture ricettive. Il tutto a spese del cosiddetto “contribuente”.