ATTENZIONE: questo montaggio vuole rappresentare un tentativo di informare la popolazione rispetto a quanto potrebbe avvenire in caso di guerra dopo l’insediamento del Comando NATO nella caserma Predieri.
Anche il diritto internazionale prevede che in caso di guerra gli insediamenti militari siano legittimamente eleggibili come obiettivi.
Lo scenario che ci viene prospettato per giustificare il riarmo è lo scontro aperto tra NATO e Russia.
Seguendo quanto ci viene detto, un Comando NATO sarebbe un possibile obiettivo militare.
Questo montaggio simula i danni derivanti dall’impatto di un missile balistico intercontinentale a testata convenzionale sulla Caserma Predieri. Non stiamo parlando quindi di un missile ipersonico o di testate nucleari, ma di un ordigno con potenzialità distruttive ridotte rispetto alle altre.
Questo montaggio mostra la mappa di Rovezzano dando come riferimento l’uscita del raccordo dell’A1, la Caserma Predieri, la località di Sant’Andrea a Rovezzano e il Girone. Durante il video si illumineranno cerchi concentrici che, avendo come centro la Caserma Predieri, mostreranno i danni che potrebbero causati dall’impatto divisi per colore:
- ROSSO: zona di impatto diretto
diametro 100-140 metri, cratere, distruzione totale - GIALLO: zona danni gravi
diametro 300-400 metri, crolli parziali, schegge letali - VERDE: onda d’urto forte
diametro 600-1000 metri, vetri frantumati, facciate danneggiate - AZZURRO: onda d’urto lieve
diametro 1600-2400 metri, vetri rotti e onde sonori forti
Se fosse vero che non vi saranno sistemi di difesa d’arma un eventuale attacco arriverebbe sicuramente a bersaglio. Noi pensiamo non sia così. Allora le istituzioni dovrebbero avere almeno il coraggio di dire la verità. In caso di un attacco, con l’entrata in funzione di sistemi antimissile, Firenze rimarrebbe comunque sotto la pioggia di schegge e detriti. Ciò non sarebbe meno pericoloso visto che a quel punto ogni luogo potrebbe essere colpito.
In un contesto così le istituzioni dovrebbero provvedere a redigere un piano di crisi e informare la popolazione sui comportamenti da tenere in caso di allarme. Non lo stanno facendo perché se lo facessero ammetterebbero loro stessi la possibilità di un rischio concreto.
Tutto questo dovrebbe farci capire come la “sicurezza” sia un tema usato solo quando torna comodo in funzione elettorale ma mai quando veramente serve.
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