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Dall’assemblea cittadina verso il corteo dell’11 ottobre

Venerdì 25 luglio si è tenuta l’assemblea cittadina convocata dal Comitato NO Comando NATO nell’atrio del Circolo Vie Nuove.

  1. Il clima in cui si è svolta non era certo dei migliori. La sala inizialmente accordata su richiesta delle sezioni ANPI che hanno organizzato la “Pastasciutta Antifascista” era stata poi revocata poche ore prima dell’assemblea per l’opposizione interna di alcuni consiglieri del circolo.
    Nonostante ciò il Comitato ha deciso di mantenere l’appuntamento.
    Alle ore 18.30 più di cento persone erano presenti all’esterno del circolo con qualche ospite di troppo: la presenza della Digos infatti non è passata inosservata.
    Abbiamo quindi deciso collettivamente di svolgere l’assemblea nell’atrio del circolo.
    Se il consiglio del circolo volesse incontro formale con il Comitato per affrontare i nodi politici della vicenda, il Comitato è a disposizione.
  2. Abbiamo iniziato l’assemblea con una rapida relazione sulla conclusione della raccolta firme sull’esposto da presentare all’UNESCO contro l’insediamento del Comando NATO all’interno della buffer zone del patrimonio rappresentato dal centro storico di Firenze.
    Siamo consapevoli che non sarà un esposto simile a bloccare i piani del ministero della Difesa e della NATO, ma pensiamo che le 2000 firme che lo hanno sottoscritto non possano essere ignorate dalle istituzioni locali a partire dal Comune di Firenze che ancora non ha preso una posizione chiara in merito. Nel frattempo anche il Consiglio del Q4 ha votato una mozione simile a quella già fatta propria dal Q2 e nella quale si esprime preoccupazione e contrarietà rispetto all’insediamento del Comando NATO.
    Nel frattempo ha preso il via una nuova raccolta che riguarda i residenti del Q2 con l’obiettivo di fissare un consiglio di quartiere aperto alla cittadinanza.
  3. Quindi è stato presentato il corteo dell’11 ottobre prossimo che si svolgerà nei rioni popolari nei pressi della Caserma Predieri a cui è seguito un ricco dibattito.
  • È stata fissata la data dell’11 ottobre per ragioni organizzative. Avremmo voluto fare un corteo ad un anno di distanza da quello che nel settembre scorso attraversò le strade di Gavinana. Su richiesta della componente studentesca abbiamo deciso di posticipare la data per consentire ai collettivi studenteschi di avere il tempo necessario per costruire l’appuntamento anche all’interno delle scuole. Abbiamo scelto di lasciare libera la data del 4 ottobre perché ritenevamo potesse essere una data sensibile per le organizzazioni palestinesi in Italia come poi ha confermato l’intervento dei Giovani Palestinesi d’Italia.
    Quindi è stato scelto l’11 ottobre che non sarà comunque una data come le altre.
    È infatti la data dell’anniversario dei fatti di Sigonella e per la Toscana sarà la vigilia del voto per il rinnovo del governo regionale.
  • Ci siamo confrontati sulle motivazioni per cui inserire un Comando NATO all’interno del tessuto urbano cittadino sia una scelta che espone la popolazione a rischi incalcolabili e ne fa uso come fosse uno “scudo umano”.
    L’insediamento del Comando NATO però non è un fatto isolato in Toscana: non sarebbe corretto definirla come la regione maggiormente militarizzata in senso assoluto, ma da un punto di vista relativo stiamo assistendo ad un salto qualitativo importante in funzione della guerra.
    Il Comando NATO, la nuova base militare di Coltano che dovrebbe essere una base diffusa e penetrare nell’entroterra fino a Pontedera con un poligono di tiro, l’ampliamento di Camp Darby coadiuvato dal dragaggio del canale Navicelli e la riapertura della vecchia linea ferroviaria di Tombolo, l’ampliamento dell’aeroporto militare di Pisa e la ristrutturazione del porto di Livorno in funzione del carico e scarico di mezzi militari.
  • Queste opere militari saranno realizzate con una pioggia di milioni di euro di fondi pubblici che rientrano nell’aumento delle spese militari.
    Fondi che verranno messi a bilancio sulla base degli accordi presi in sede NATO con l’aumento delle spese militari fino al 5% del PIL.
    Questi accordi, così come il piano di riarmo deciso in sede Ue, pesano e peseranno sulla spesa sociale, sui salari diretti e indiretti, sul taglio ai fondi per la scuola, la sanità, i trasporti e la cultura, sul costo delle bollette e sul carovita.
  • La situazione che abbiamo davanti è molto preoccupante perché porta verso le estreme conseguenze di una nuova Guerra Mondiale che la NATO sta provocando per fare fronte alla crisi del sistema capitalista e dell’egemonia USA a livello globale.
    Questa tendenza oggi si manifesta attraverso la sempre maggiore aggressività di Israele, il genocidio in Palestina e sul fronte russo-ucraino.
    Sul fronte interno la guerra rappresenta una sempre maggiore chiusura degli spazi di agibilità politica e sindacale con una stretta dal punto di vista repressivo e autoritario di cui il Decreto Sicurezza rappresenta solo l’ultimo tassello.
    La normalizzazione della guerra passa attraverso il tentativo di abituare la popolazione alla presenza dei militari all’interno di ogni tipo di evento pubblico fino alla loro presenza all’interno delle scuole, considerate ormai un bacino di reclutamento per l’esercito, per il quale il tema dell’arruolamento è ormai all’ordine del giorno.
    La presenza dei militari non è soltanto di interesse per proiezione internazionale, ma svolge anche una funzione di controllo e dissuasione contro le mobilitazioni di studenti e lavoratori sul fronte interno.
  • Il corteo dell’11 ottobre è quindi lanciato su un denominatore minimo comune: NO al Comando NATO, al piano di riarmo, no all’economia di guerra, no alla guerra.
    Questo denominatore comune trova una sua sintesi nello slogan FUORI LA NATO DALL’ITALIA.
    Questo corteo non è il corteo del Comitato.
    Il Comitato è semmai uno strumento attraverso cui possiamo dare un contributo al movimento contro la guerra, perché questo assuma connotati di classe a difesa degli interessi dei lavoratori e sia un passaggio verso la costruzione di uno sciopero generale che blocchi realmente il paese e la sua macchina bellica.
    Il corteo tiene insieme elementi particolari, generali e complessivi. Ogni realtà, struttura e organizzazione è chiamata a fare la sua parte per costruirlo e alimentare questo processo.
    Auspichiamo che già da oggi ognuno faccia proprio quest’appuntamento, lo rilanci e lo costruisca in funzione del proprio dibattito e del proprio terreno d’intervento.
    L’assemblea si conclude affermando che non vi sarà alcun interesse nell’incentivare un dibattito “politicista” di equilibri all’interno del movimento.
    Le parole d’ordine sono quelle uscite dall’assemblea cittadina e su quelle sentiamo l’urgenza che si lavori e si discuta.
    L’obiettivo prioritario è quello di coinvolgere i settori popolari che, per quanto sensibili ai temi enunciati, ancora non si spendono in prima persona nella lotta contro la guerra.
  • Nel mese di settembre verrà convocata una nuova assemblea cittadina per scendere maggiormente nei dettagli della preparazione del corteo, organizzare volantinaggi di massa e la piazza dell’11 ottobre.
    Già da ora, ogni iniziativa, presidio, altra manifestazione, sia momento di agitazione e rilancio del corteo.