Da alcuni giorni si è acceso il dibattito sull’edificio costruito al posto del vecchio comunale, sottoposto ai vincoli architettonici che pare non siano stati rispettati, a tal punto da costruire 156 appartamenti di lusso con caratteristiche a dir poco discutibili.
Ennesima speculazione edilizia in città, resa ancora più grave dal fatto, come ha denunciato Angela Mori con un articolo su Invicta Palestina, che la società che ha rilevato a suo tempo da Cassa depositi e prestiti la proprietà pubblica, è la Hines, società immobiliare che ha rapporti stretti con la Menora Mivtachin, compagnia assicuratrice israeliana, complice del finanziamento delle colonie, dello sfruttamento delle risorse, del complesso militare di Israele o direttamente o attraverso la partecipazione ad altre società. Quella che Albanese ha definito “Economia del genocidio”.
Il cubo di Firenze più che nero, è rosso, secondo Mori, realizzato da una società legata a chi sta spargendo il sangue dei Palestinesi.
Vorremmo anche ritornare su quello che ha fatto scalpore: “le vetrate nere stravolgono lo skyline di Firenze città patrimonio dell’Unesco”.
Mentre siamo in attesa di risposte da parte del Comune, vorremmo risposte anche rispetto ad un altro “mostro” sul quale come Comitato abbiamo raccolto più di 2ooo firme per un esposto all’UNESCO: il Comando Nato alla Predieri di Rovezzano.

La Convenzione dell’Aja del 1954, ma soprattutto quella di Parigi del 1972, e il secondo Protocollo della Convenzione dell’Aja del 1999 richiedono agli stati membri di istituire un servizio di protezione a tutela del patrimonio culturale e artistico iscritto nella lista di quello mondiale.
Il secondo protocollo va oltre. Iscrive anche beni culturali non facenti parte della Lista del Patrimonio Mondiale Unesco e sottolinea che la possibilità di ottenere deroghe all’applicazione della Convenzione può avvenire solo sulla base “di necessità militare imperativa”.
Visto questo però, è sempre lo stesso protocollo a obbligare le autorità, nel caso in cui questi beni divenissero obiettivi militari, a promuovere iniziative finalizzate alla prevenzione dei rischi . I Georgofili dovrebbero avere insegnato .
Le finalità e modalità con cui è stato previsto l’insediamento del Comando alla Caserma Predieri di Rovezzano dal luglio di quest’anno, anche se già se ne parlava in “segrete carte” da più di 5 anni, sono in aperto contrasto con le Convenzioni citate a tutela del Patrimonio UNESCO.
Tutto ciò, fermo restando che per il Comitato l’insediamento di un Comando NATO non deve essere “né a Firenze né altrove”.
A chi giustamente si risente per tutte le implicazioni – non solo estetiche – del CUBO NERO, chiediamo quindi di mobilitarsi anche sulla questione dell’insediamento del Comando NATO che, nonostante le rassicurazioni di Palazzo Vecchio, metterebbe sicuramente a rischio militare tutta la città, i suoi abitanti come le sue bellezze.