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La Germania rafforza il fronte est della NATO

L’11 ottobre corteo a Firenze contro il Comando NATO, la guerra e il riarmo

Ancora una volta dobbiamo constatare che la NATO continua ad aumentare le tensioni continuando il suo percorso di espansione e rafforzamento.
Ultima notizia riguarda la Germania che nel mese di agosto ha approvato la riforma della leva militare col modello ibrido.
L’arruolamento è ancora volontario, ma l’organizzazione rende possibile, in caso di necessità, di richiamare i giovani in compiti diretti e operativi.
Nel 2026 tutti i giovani cittadini tedeschi appena compiranno 18 anni riceveranno un questionario online nel quale dovranno dichiarare la propria eventuale disponibilità al servizio. Potranno rispondere affermativamente, godendo di benefici economici invoglianti e arruolarsi. Non saranno esentate le donne dato che in caso di conflitto, se pur non impiegate in prima linea, secondo la legge tedesca, possono svolgere attività di supporto, logistica e sanità.
I giovani saranno poi valutati con colloqui, visite mediche, quindi selezionati e impiegati.  
Tutti i nati dal 2001 in poi riceveranno materiale informativo per arruolarsi su base volontaria.
L’esercito tedesco mira ad un rafforzamento attraverso un percorso graduale: da un lato mantiene la leva volontaria seppur estesa, dall’altro rende possibile in tempi brevi il reclutamento veloce e esteso, nonché obbligatorio, se non si raggiungeranno gli obiettivi prefissati.

Questa riforma si associa ad un aumento di investimenti finanziari, logistici e strutturali come caserme, armamenti e equipaggiamento.
Se questa tendenza fino ad oggi si era scontrata con problematiche che avevano reso impossibile questa accelerazione, oggi queste ultime sono state spazzate via in nome della logica “emergenziale” e della narrativa legata all’esigenza di sicurezza e deterrenza contro la Russia.
Il CDU-CSU, l’Associazione delle Forze Armate tedesche e il cancelliere Friedrich Merz, hanno contribuito all’approvazione della riforma. Questa porterà la Bundeswehr, che attualmente dispone di un numero di effettivi – circa 182 mila soldati – non sufficienti a rispondere agli obblighi assunti con la NATO, ad arrivare a 260 mila soldati e 200 mila riservisti entro il 2035.
Se non riuscissero a raggiungere questi numeri con la leva volontaria reintrodurranno la leva obbligatoria, da molti ritenuta necessaria per arrivare a questi traguardi, anche alla luce dell’annunciato disimpegno statunitense sul fronte europeo.

Queste riforme puntano ad un allineamento con la Francia sul piano militare e, con il superamento dei limiti di spesa, l’obiettivo è rafforzare il ruolo della Germania all’interno delle gerarchie dell’Unione europea.
La Germania vuole avere un ruolo trainante economicamente e militarmente per “una Germania forte” capace di mantenere gli impegni presi a livello internazionale con la NATO. Secondo il cancelliere Merz queste sono scelte necessarie per far fronte alle minacce per la sicurezza politica e economica dell’Ue che, a suo dire, arriverebbero da est.

L’obiettivo è anche quello di rafforzare il ruolo della Germania proprio all’interno della NATO.
Berlino coprirà il fianco orientale dell’Alleanza candidandosi a esserne il maggior promotore.
La Germania, da sempre promotrice dell’equilibrio di spesa per la riduzione del “debito sovrano” in nome del quale ha drenato risorse e comprato fette di mercato a tutti gli stati dell’Unione europea, oggi sfrutta questa condizione di privilegio, guadagnata sulla pelle di milioni di lavoratori e lavoratrici, per primeggiare nella corsa al riarmo sforando ogni vincolo di spesa.
Il messaggio è chiaro: i soldi che non ci sono e non ci saranno per salari, sanità e scuola ci devono essere ad ogni costo per armi, industria bellica ed esercito.

Il progetto tedesco di rafforzamento dell’esercito si costituisce come modello sociale preciso: coesione sociale su base identitaria, nazionalista, capace di difendersi da minacce con capacità di intervento in qualsiasi tipo di crisi, simile a quello che si sta sviluppando nei paesi nordici.
L’esercito educherà la società, formerà i cittadini, sarà un modello di tenuta, tanto rispetto alle minacce esterne tanto come a quelle sul fronte interno. A dirci in quale direzione si stia andando è il congedo anticipato di 97 soldati per la loro dichiarata adesione all’ideologia neonazista: la punta di un iceberg che ha portato a questi congedi perché dopo la sua rivelazione pubblica non poteva esser gestito diversamente, ma che rappresenta un fenomeno molto più esteso all’interno dell’esercito tedesco e non solo.

La Germania intende essere al primo posto, coerente con le linee guida del Libro Bianco della Difesa, con l’intenzione di consolidare la propria posizione nel quadro europeo e transatlantico. Gli altri stati dell’Unione europea, che in blocco sono parte integrante della NATO, intendono seguirne l’esempio: anche l’Italia, senza la nostra decisa opposizione, andrà in questa direzione.