Pubblichiamo un articolo uscito su La Nazione che va a confermare quanto nei giorni passati avevamo già scritto e riportato, aggiungendo di seguito una riflessione sui rischi collegati all’insediamento di un Comando NATO all’interno del tessuto urbano fiorentino.
Vi ricordate la notizia secondo la quale l’esercito iraniano avrebbe colpito l’ospedale Soroka in Israele?
In questo modello tridimensione si ricostruisce il posizionamento dell’ospedale, compreso tra strutture militari operative dell’esercito israeliano.
L’ospedale non era obiettivo dell’attacco: fu investito dall’onda d’urto delle esplosioni che colpirono le strutture militari.
Questo accade perché Israele “nasconde” le proprie strutture militari nelle zone residenziali e a ridosso di infrastrutture di interesse civile.
Pensate adesso a cosa significa un Comando NATO a Firenze, con una forza militare composta da 850 militari pronti ad intervenire negli scenari di guerra, nel tessuto urbano, tra le case, a ridosso di un parco, confinante con un campeggio.
L’azione criminale sta già nel fatto di aver pensato di collocarlo lì con l’idea che il primo scudo debba essere quello “umano”.
Sul Sole24ore è stato pubblicato un altro articolo in cui si spiega che a seguito dei bombaramenti USA sull’Iran i siti messi sotto sorveglianza in Italia sarebbero ben 29mila, una cifra impressionante che già da sola ci dice quanto l’Italia sia crocevia degli interessi USA e sionisti.
Non ci vuole molto a capire che la mobilitazione contro la guerra sia sempre meno una scelta e sempre più una necessità.